giovedì 13 ottobre 2016

Step 4: Il mito e i colori

L'uso dei colori ai giorni nostri è molto importante poiché dietro ogni colore si nasconde un simbolismo ormai consolidato nei secoli, ma le radici di questi significati possiamo ritrovarle nei miti e negli scritti degli antichi: dal mondo greco a quello romano ma anche dal mondo buddhista e tanti altri.
Nelle civiltà antiche l'uso dei colori era strettamente correlano al modo religioso, con il termine religioso però non si vuole intende solo il culto del dio o degli dei ma anche tutta la realtà legata alla magia che si pensava essi possedessero.

L'uso del colore aragosta ovviamente non lo ritroviamo di per se nella mitologia ma dobbiamo riferirci al rosso, il quale è predominante nella sua composizione.

Il colore rosso sin dalla preistoria è stato uno dei simboli della guerra essendo il colore del fuoco e delle fiamme, due strumenti di vendetta e distruzione; favorì così l'analogia rosso-sangue-omicidio. Inoltre si ritrova nell'astrologia lo stesso simbolismo dovuto al fatto che il pianeta Marte prende il nome dall' omonimo dio romano, il dio della guerra.

Il rosso, inoltre, è assolutamente simbolo di potenza, alta dignità, ricchezza, sovranità infatti lo ritroviamo negli arredamenti sacri, nelle vesti e nei mantelli delle statue divine, negli indumenti e nei troni dei sovrani del mondo greco e romano. Tant'è che nell'età tardo-imperiale romana, così come nel periodo ellenistico greco, perde il suo significato sacro ma diventa puro segno di superficialità a causa dello sfarzo ed esagerata ricchezza.

Mentre per la cristianità il rosso simboleggiava esotericamente lo spirito santo e simbolo di sacrificio dell'iconografia, il cristo è spesso rappresentato con un manto rosso sopra ad una veste bianca: il simbolismo del rosso che si sostituisce al sangue del sacrificio permane nel rito dell'Eucarestia, rappresentato dal vino rosso.


Anche nell'arte buddhista il rosso è il colore dei rituali e delle azioni potenti, il colore della passione. Si può notare, in uno dei cinque Buddha trascendentali, personificazioni degli aspetti astratti del Buddha, che si dice favoriscano il processo di trasformazione in cui specifiche negatività umane sono cambiate in qualità positive. In particolare, si ritiene che, meditando sui singoli colori che contengono le loro rispettive essenze, possono essere conseguite le seguenti metamorfosi: il rosso trasforma l'illusione di attaccamento nella saggezza del discernimento.

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